La formazione e l’aggiornamento è un tema cruciale. E’ su questo fronte che la scuola deve saper operare, definendo se stessa non solo in relazione ai livelli qualitativi ma anche rispetto alle aspettative di una società che muta rapidamente e che obbliga tutti ad adattamenti e cambiamenti funzionali.
Non è infrequente rilevare tra i docenti un senso di disagio e difficoltà per strumenti, nozioni pedagogiche, metodologie didattiche non ancora assimilate e già ritenute obsolete.
La formazione e l’aggiornamento deve saper fare un balzo in avanti e mutare nella percezione degli insegnanti, da farraginosa e a tratti inconcludente sequela di corsi e dibattiti, in vere opportunità di crescita personale e professionale, da vivere come un privilegio e non un dovere. Per raggiungere questo traguardo però occorre che tanto i formatori che i formati siano consapevoli del valore intrinseco di questo processo. Ciò implica un mutamento da una parte del modo di pensare la professione docente e del suo ruolo nella scuola oggi, e dall’altra del concetto stesso di scuola. E’ necessario considerare la scuola un entità in divenire, che deve sapersi rimettere continuamente in gioco.
La complessità del tema “formazione” è tale che nei decenni passati la confusione e la sovrapposizione di concetti e metodi era notevole. E’ stata questa una delle ragioni per la quale molti docenti si accostavano con diffidenza ai corsi di formazione e aggiornamento.
Oggi è diffusa una particolare esigenza formativa, quella che spinge i docenti a chiedersi “chi educhiamo”?
Ciò premesso, la formazione, nella nostra esperienza, dovrà muoversi lungo una triplice direzione: